LUNEDI' DI PASSIONE - Vestizione di gala della Madonna Addolorata

Come nell’Ottocento, ancora oggi, le celebrazioni cagliaritane della Pasqua si aprono il Venerdì precedente la Domenica delle Palme, detto di Passione, con l’uscita dei cosiddetti Misteri.
A organizzarle è l’Arciconfraternita del Santo Cristo, che ha sede nell’omonimo oratorio seicentesco edificato presso la parrocchiale di San Giacomo, nel quartiere di Villanova.
I Misteri sono sette statue lignee, realizzate nel 1758 dallo scultore sardo Giuseppe Antonio Lonis. Rappresentano i principali momenti della passione di Gesù e nello specifico l’Agonia nell’orto, la Cattura, la Flagellazione, la Coronazione di spine, il Viaggio al Calvario e la Crocifissione. A seguire la Madonna Addolorata.
È proprio quest’ultimo simulacro, del tipo “a trespolo” (nel quale, cioè, sono scolpiti a tutto tondo solo la testa, le mani e i piedi, mentre il resto del corpo è formato da un’intelaiatura lignea), il primo in assoluto a entrare in scena, nell’impegnativa fase preparatoria che prelude al corteo.
Nel tardo pomeriggio del Lunedì di Passione, l’ultimo prima della Domenica delle Palme, i confratelli del Santo Cristo aprono la nicchia che nel loro oratorio custodisce la statua, la estraggono e la depongono ai piedi dell’altare maggiore. Viene quindi il turno delle consorelle, che cerimoniosamente la spogliano del suo abito ordinario per farle indossare una sontuosa veste di seta rossa con un mantello blu.
Nonostante risalga al XVIII secolo, certo a motivo dell’estrema fedeltà a una tradizione più antica, l’abito di questa Madonna dei dolori conserva una foggia tipicamente seicentesca con la falda plissettata, le strette maniche sbuffanti di pizzi, il candido e vaporoso colletto a gorgiera.
Nei giorni immediatamente successivi vengono quindi calati dalle loro nicchie e preparati per essere condotti in processione anche gli altri sei Misteri.
Particolare cura ed impegno richiede l’allestimento di quello che rappresenta la preghiera di Gesù nell’orto del Getzemani.
Per il simulacro del Cristo inginocchiato a terra, infatti, viene creata una speciale ambientazione scenografica inchiodando sulla portantina un grosso ramo d’ulivo. Anno dopo anno, per i confratelli, è un punto d’onore trovarne uno sempre più grande. Alle sue fronde viene quindi appesa la figuretta di un angelo che porge a Gesù il calice dell’amarezza.



- Testo tratto da "Misterius - La Settimana Santa a Cagliari" di Mauro Dadea e Mario Lastretti.
- Foto tratte dal gruppo di Facebook "Settimana Santa Cagliari / Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso".